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giovedì 31 luglio 2008

Relative Volatility Kompressor - estensione paniere titoli

Ragazzi, ultimo sforzo prima della vacanze: ecco la versione sotto 'l'ombrellone" del sistema Relative Volatility Kompressor.!

Il blog Trading-Intraday va in ferie per un pò.

A presto

mercoledì 30 luglio 2008

Relative Volatility Kompressor nuova analisi

Disponibile nella sezione Analisi & Ricerche un nuovo studio relativo allo strumento Relative Volatility Kompressor

Il trader è un lavoro triste

Ebbene si!

Il lavoro del trader purtroppo è un lavoro triste, come tutti i mestieri che prevedono pochissime interazioni sociali.

Come può interessare una vita guardata attraverso il monitor? Senza avere nessuno con cui arrabbiarsi o che ti faccia arrabbiare o qualcuno con cui scambiare una innocente battuta?
Io sinceramente penso che, almeno impostato così, e al di là delle performance, il mestiere di trader non sia sostenibile psicologicamente nel lungo periodo.


Il trading è spesso accostato allo sport ed io sono d'accordo su questo; vi è però una fondamentale differenza tra le due cose: nello sport c'è un team, c'è qualcuno che ti applaude se giochi bene e ti fischia se giochi male: nel trading ci sei solo tu, ad appuntarti le tue vittorie o le tue sconfitte sul tuo taccuino.

Ragazzi non può funzionare! Ogni trader, se non vuole finire a raccontare dei propri trade al primo passante che incontra deve trovare anche un modo sistematico per condividere le proprie esperienze e le proprie emozioni.

english version

martedì 29 luglio 2008

Relative Volatility Kompressor + IDNR4

Per coloro a cui interessa, l'esperimento continua... con il filtro IDNR4 studiato da Toby Crabel sfruttando il principio di contrazione/espansione di range.

Percorsi di trading


Uno dei concetti basilari che mi hanno insegnato nel trading è quello di disciplina e di rispetto delle regole.

Chi, come me, avesse quindi la sfortuna di ritrovarsi una personalità alquanto indisciplinata e piuttosto "allergica" alle regole, beh ha un bel problema! perchè deve affrontare la sfida più difficile, cioè combattere se stessi!.
Ho provato diversi metodi per affrontare il problema e vi riporto quello chi mi ha dato più risultati:
Mi sono imposto per un certo periodo di tempo di non modificare il percorso che dal parcheggio mi portava all'ufficio: non ci crederete ma è stata una fatica grandissima, in quanto, il mio cervello mi proponeva percorsi alternativi e sempre diversi.

Dopo molti sforzi alla fine ce l'ho fatta ed è successa una cosa strana: ho cominciato a riconoscere i negozi, i negozianti ed i rumori delle strade, cominciavo anche ad accorgermi se cambiavano alcuni particolari, se terminavano i lavori in corso; un pò alla volta insomma quell'ambiente cominciava ad appartenermi. A un certo punto ho dovuto per forza di cose cambiare strada perchè mi ritrovavo a passare sempre davanti alla stessa pattuglia di carabinieri di scorta a qualche pezzo grosso e che, giustamente, cominciava ad insospettirsi.

Mi sono ritrovato questa esperienza nel trading: è da un pò che non "ballonzolo" più da un titolo all'altro o da una strategia ad un'altra, ma cerco di fare mio l'ambiente che mi circonda e che è notoriamente molto più insidioso di una tranquilla strada cittadina, peraltro pattuagliata.

available in original English

lunedì 28 luglio 2008

Relative Volatility Kompressor + NR7

Ho provato ad aggiungere un filtro NR7 al sistema "Relative Volatility Kompressor": sembra proprio che Toby Crabel abbia ragione.

Relative Volatility Kompressor

Beh Ragazzi oramai mi sono lanciato e, basandomi sulle teorie di Linda Bradford Raschke, Larry Williams e Toby Crabel, ho provato a costruire un sistema "con le mie mani".


Si tratta di un sistema che opera intraday su 7 titoli azionari italiani selezionando gli stessi quotidianamente in automatico in base ad un filtro di compressione relativa della volatilità: se vi interessa l'argomento provate a dare un'occhiata!

domenica 27 luglio 2008

Strategie di Volatility Breakout su barre EOD

Alla base degli studi che sto conducendo con i sistemi di volatility breakout intraday c'è un unico obbiettivo: la ricerca di un trend day.
Il trend day infatti è stato oggetto di vari studi ed analisi ai quali io mi attengo: vado cioè alla ricerca di un fenomeno ben preciso (il trend day appunto) i cui connotati sono stati individuati e descritti da chi ha più esperienza di me.

Applicare strategia di breakout su barre EOD può voler dire 2 cose:

  1. in un'ottica intraday effettuare backtesting di lungo periodo su barre EOD: non chiedetemi come, ma Larry Williams con l'open volatility breakout strategy sembra ci riesca!
  2. applicare un'ottica di trading multi day

Nel caso 1 è sufficente chiamare Larry Williams e farsi dire come fa;

Nel caso 2 bisogna capire cosa andare a cercare: esiste un fenomeno Trend Week o Trend Month? Ad esempio la teoria del Market Profile prevede che in un'ottica multiday si possano utilizzare i primi due giorni della settimana alla stessa stregua dell'Initial Balance (cioè del range della prima ora di negoziazione) per entrare eventualmente ai breakouts: può essere un punto di partenza?

Io personalmente non ho mai condotto test del genere e, per assecondare il mio stile di trading sto cercando piuttosto di approfondire le tecniche intraday di Larry Williams.

Linda Bradford Raschke in italiano

Gli scritti di Linda Bradford Raschke tradotti in italiano sono su http://trading-intraday2.blogspot.com/: occorre visualizzare anche post più vecchi in fondo alla pagina.

sabato 26 luglio 2008

Linda Bradford Raschke in italiano


Finalmente sono riuscito a concludere la seconda traduzione di alcuni scritti di Linda Bradford Raschke che avevo iniziato oramai a postare qualche settimana fa.
Mi sono accorto solo ora di cosa rallentava i miei lavori di traduzione: dopo ogni concetto di Linda, in particolar modo letto nella mia lingua, la tentazione di testare quello che leggevo direttamente sui miei sistemi era troppo forte: i tempi ovviamente si sono dilatati a dismisura (non oso immaginare cosa possa essere successo a chi ha tradotto l'Orlando furioso).
Non so se qualcuno leggerà mai queste traduzioni ma vi assicuro che per me è stato un esercizio utilissimo.

giovedì 24 luglio 2008

Il rumore del mercato



Ho letto molto a proposito del "rumore del mercato", ho provato tecniche ed algoritmi per eliminarlo dai grafici e filtrarlo nei trading systems: ma il rumore di fondo persisteva.

Ho provato poi chiudere le finestre con le news in tempo reale, a disdire l'abbonamento ai giornali finanziari ed alle newsletter e, di colpo, il silenzio!: Il rumore di fondo del mercato era scomparso!
Purtroppo non sono più in grado di sapere cosa sta succedendo in tempo reale nel mondo, in quanto l'unica notizia che mi interessa è sapere se nella giornata vengono rilasciate notizie importanti: però vi assicuro che un post-it giallo sul mio computer con qualche annotazione non fa alcun rumore e mi fa lavorare molto più tranquillo.

martedì 22 luglio 2008

Stendahl, il trader .. ed i vasi cinesi!

"Ci risiamo!! Cosa c'entra adesso Stendahl con il trading?" si staranno chiedendo molti di voi!
"La sindrome di Stendhal, detta anche sindrome di Firenze, è il nome di una presunta affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiro, vertigini, confusione e anche allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d'arte di straordinaria bellezza, specialmente se sono compresse in spazi limitati".
Ricorda qualcosa? mai capitata qualcosa del genere davanti ad un grafico o peggio, davanti ad un book?

"Qui di seguito alcuni consigli al trader alle prime armi: "Non ti incantare di fronte al Book!!"".
Questo comportamento ti spinge ad essere troppo impulsivo o ad uscire dai tuoi trade troppo presto se sono in vincita.
Tieni d'occhio il grafico e pensa al motivo per cui in quel trade ci sei entrato. Se il mercato rallenta, guardare il book ti spingerà ad eseguire trade mediocri.
Ti è mai capitato di vedere qualcuno che è andato per curiosità ad un'asta ed ha finito per tornare a casa con qualcosa che non aveva la minima intenzione di comprare?
Guardare il boook troppo da vicino ha lo stesso effetto sui traders, vengono coinvolti nel caos del momento e... portano a casa un bel vaso cinese!

Parole saggie, vero? Il testo originale in inglese lo trovate qui! (solo quella dei vasi è una mia libera aggiunta).
Se un giorno le nostre strade si incroceranno, Vi inviterò a vedere la mia vasta collezione di vasi cinesi costruita agli inizi della mia carriera di trader!

Trading Systems e Trade Manager


In una delle mie letture notturne mi sono imbattuto nel libro Professional Stock Trading (System Design and Automation) in cui gli autori americani illustrano diversi sistemi di trading automatico. In particolar modo mi ha colpito l'ampia sezione dedicata al Trade Management nella quale gli autori riportano codici di programmazione a volte anche molto complessi.
Mi sono poi imbattuto in un altro libro (questa volta italiano) Trading Systems su strumenti altamente speculativi che tratta la stessa materia in modo secondo me molto più spontaneo e dal punto di vista di chi quei sistemi poi li utilizza davvero.
L'impressione immediata che ho avuto confrontandoli è stata la seguente:


  • i sistemi complessi (di cui non metto in dubbio la validità) sono probabilmente costruiti per essere venduti, magari a caro prezzo (come si fa a vendere qualcosa semplice?);

  • i sistemi semplici sono fatti per essere utilizzati (come si fa a credere in un sistema complicato e a seguirlo poi nella realtà operativa?)

In ogni caso, per gli appassionati, nella sezione del Blog dedicata a Visual Trader ho "tradotto" e postato alcuni dei codici (i più elememtari) relativi al Trade Management prelevati dal primo libro: testarli non costa nulla.

lunedì 21 luglio 2008

Illusioni Ottiche


Tra le tante cose che hanno cercato di insegnarmi invano nella mia vita c'è stata l'"Educazione artistica".

La Prof insiemea ad altri mie compagni restava per ore estasiata nel commentare "fasci di luce e linee che si intrecciavano", "simmetrie di linee"," geometrie delle figure" e "abbracci dei colori".
Io purtroppo non solo non capivo ma non riuscivo neanche a vedere quello di cui si parlava.
Eppure i quadri, cosi come i grafici, mi piacciono! (certo in salotto preferirei un Van Gogh a una gigantografia dell'S&Pmib: immaginate mia moglie nel momento in cui le faccio il regalo).
Il problema, così come ho scoperto dopo "cannando alcuni test psicoattitudinali" era la mia intelligenza visiva, cioè la mia capacità di elaborare informazioni visive.

Se prendo lo stesso grafico e lo restringo o lo allargo in decine di modi diversi il mio cervello vede decine di cose diverse: come dire che le strategie di entrata-uscita dalle posizioni potrebbero dipendere da una variabile controllabile: il mio mouse.
Allora sono arrivato alla conclusione che essendo la realtà un fenomeno complesso, cercare di interpretarla con uno strumento (per me) soggettivo, era veramente arduo.

Così ho deciso di rischiare di perdere molti degli affezionati lettori di questo Blog affermando che l'analisi grafica va presa con le pinze, in quanto soggetta appunto ad illusioni ottiche (tranne che per la mia Prof di Educazione artistica) e che, quanto meno, per interpretare la realtà dei mercati ho bisogno di aggiungere altri strumenti non visivi al mio bagaglio di attrezzi di lavoro.

sabato 19 luglio 2008

A caccia di trend-days ...(Analisi corretta ed estesa a tutti i titoli S&Pmib)

In effetti lavorare di notte come spesso faccio ha tanti pro e qualche contro.

La tabella del post precedente è infatti "sballata" da un errore di programmazione.

In allegato quella corretta estesa a tutti i titoli dell'S&Pmib incluso Indici Mibtel, Spmib e FIB (per quanto i dati dei future siano parziali).

Premesse:
1. si definisce trend day una candela 80/20 (cioè con shadows inferiori al 20% del range), con un range (H-L/L) superiore al 2%
2. analisi condotta su barre daily nel periodo gen-03/maggio-08

3. strumento utilizzato: Visual Trader (altri strumenti che ho testato portavano a tempi di elaborazione biblici)


Considerazioni:
1. come pensavo gli indici (mibtel,spmib) ed il future hanno un numero di trend days inferiore rispetto ad alcuni titoli più "scattanti" come Saipem, Fiat, Tenaris, Stm, ecc...
3. resta valido il concetto per cui alcuni titoli si prestano meglio di altri alle tecniche sto studiando e che è inutile "forzare" il backtesting
4. resta valido il concetto per cui, con i codici di programmazione dei ts è più opportuno lavorarci di giorno.

domenica 13 luglio 2008

Ma i ts funzionano o no?

Ho letto spesso questa domanda nelle mie scorribande (soprattutto notturne) nel mondo del trading: generalmente seguiva poi una discussione per dimostrare l'una delle due tesi e per confutare l'altra.
Nel mio lavoro (l'altro, quello cioè che mi dà un guadagno stabile ogni mese) mi è spesso capitato di dover gestire l'impatto motivazionale dell'introduzione di nuovi sistemi automatici di gestione e vi assicuro che il comportamento umano di fronte a queste situazioni è sempre lo stesso.

Da un lato i programmatori e gli innovatori: entusiasti;
dall'altro il personale operativo più esperto, normalmente ipercritico.
I programmatori e gli innovatori si danno da fare per sottolineare le potenzialità del sistema e gli errori commessi in passato in sua assenza (ed hanno ragione), i secondi pensano di saperne di più di qualunque sistema al mondo e si danno da fare per dimostrarlo durante le fasi di collaudo (anche loro hanno ragione).
C'è sempre stato un solo modo per venirne fuori e che si può riassumere così: coinvolgere i programmatori nelle difficoltà operative quotidiane costringendoli ad imparare la parte operativa del lavoro dagli esperti; coivolgere questi ultimi nella fase di disegno del sistema: la loro voglia di dimostrarsi superiori ad una macchina si rivela il miglior modo per riconoscere i bugs che un sistema automatico di gestione non può non avere.
Così facendo non soltanto il sistema viene accettato, ma diventa esso stesso una fonte di know-how a tutto vantaggio di chi, in questa diatriba, generalmente non partecipa: il personale in formazione, i cui tempi di apprendimento attraverso un sistema, accellerano esponenzialmente.

Per concludere io non mi sento di dare una risposta lapidaria alla domanda "Ma i ts funzionano o no?" ma me la sento invece di condividere pienamente chi afferma che, soprattuto alcune categorie di ts, sono utilissime nel processo di apprendimento.

Trading Systems "on the road"

In un libro che ho di recente letto sui Trading Systems (Mechanical Systems di R.Weismann), l'autore fa (tra le altre utilissime analisi) alcune considerazioni sulla relazione tra i Trading Systems e la personalità del trader, sottolineando spesso il concetto secondo il quale il successo di un ts dipenda (anche) da quanto sia "calzato" sulla personalità di chi poi lo debba utilizzare sul campo.

Elaborando i concetti di Weismann mi sono divertito quindi a liberare la mia fantasia:

Ipotizziamo di paragonare un ts ad un mezzo di locomozione e me stesso, come trader con una personalità definita (almeno fino a prova contraria), alla sua "guida".

- Avendo una personalità piuttosto inquieta, alla guida di un ts (di qualunque natura) basato su barre superiori alle barre daily, mi sentirei come un motociclista sportivo alla guida di un pullmann, mi annoierei e soprattutto, sarei ridicolo con il casco indossato anche in cabina.

- Alla guida di un ts su barre ad 1 minuto (forse non ne esistono ancora, ma vi consiglio di dare un'occhiata al geniale software ScalpTool) mi sentirei un guidatore della domenica a cavallo di una moto da cross: adrenalina si, ma fino a questo punto non la reggerei!

- Un ts tramite sms o email? Beh, c'è già il pilota automatico!

-Alla guida di un ts trend following basato su medie mobile su barre daily, mi sentirei di guidare un'auto con il parabrezza oscurato, e costretto ad intuire la direzione guardando nello specchietto retrovisore: la mia personalità, che necessita di essere in controllo della situazione(vita permettendo), mi porterebbe a guidare a velocità così basse che dietro di me si creerebbero interminabili code sull'autostrada.

Insomma ragazzi, non ho trovato ancora quale sia il mezzo giusto per me; quindi, per il momento, mi limito ad utilizzare i ts che disegno come un "girello"; sì, proprio il girello che utilizzano i bimbi durante i primi passi, la cui funzione primaria è proteggere il suo conducente da se stesso almeno fino a quando non sarà in grado di camminare da solo.

Dal casello autostradale è tutto!

venerdì 11 luglio 2008

Ha davvero ragione Larry Williams?

Riporto sul mio taccuino i risultati che ho appena elaborato sulla trilogia di strategie che utilizzo per la ricerca dei trend days e cioè:

1. Bande di bollinger in modalità trend
2. First Hour Break Out
3. Open Volatility Break Out

Tutti e 3 i sistemi performano in modo simile nel periodo mag07-lug-08; poi, da gennaio scorso solo il sistema Open Volatility Breakout continua a sopravvire.
Sembra che sia quello più in grado di cavarsela anche nei "mari meno pescosi"
I sistemi sono impostati con stoploss 3atr e l'exit on close.

Una cosa curiosa è che il sistema che sopravvive nelle fasi di trading ranges è l'unico che non attende segnali visibili sui grafici. Puo avere un senso questa domanda? Può essere in qualche modo legata ai falsi segnali?

Beh ragazzi, questo è un taccuino e le domande non è che hanno sempre una risposta, anzi, quello che si scrive è forse proprio quello su cui si ha bisogno di riflettere di più.

In ogni caso: ha davvero ragione Larry Williams?

A caccia di trend-days o all'inseguimento di Moby Dick?

Elaborando le indicazioni di Linda Bradford Raschke sulle caratteristiche dei trend days e sulla possibilità di sfruttare tecniche di breakout intraday per catturare una buona parte dell'ampio range giornaliero, ho cominciato ad analizzare la storico di alcuni titoli nell'intraday.
La prima domanda che mi è venuta in mente è stata: se decido di andare a "pesca di trend days", quanti di questi "strani pesci" passano in un anno nel mare dove opero (cioè sul mio titolo )?.

Siccome sono un pescatore impaziente mi serve molto sapere in anticipo quanti giorni (più o meno) rimarrò con la cesta vuota? In quanti giorni i pesci mi mangeranno l'esca? Quante volte il mio pesce potrebbe abboccare? Vorrei essere infatti pronto per quel momento,se il caso, ad andargli dietro con tutta la barca a mò di caccia alla balena.

Da una prima analisi (ne serviranno molte altre) condotta sulla mia "Moby Dick" Fiat viene fuori che nell'anno passato sono passati sotto di me 40 trend up days e 55 trend down days per un totale di 95 (contando anche i pesci più piccoli).

Come insegnano i vecchi pescatori il mare agitato è spesso pescoso e a quanto pare le onde sono ancora molto alte: ho quindi deciso di continuare a rimanere in barca con la mia bella canna da pesca cercando di perfezionarla nei lunghi tempi di attesa.

Dalla pancia della balena è tutto!

Il mio metodo è un sogno

Al contrario di alcuni trader di successo io non nessuna difficoltà a riportare il mio metodo.

Il mio metodo è il seguente:
E' oramai da un pò di tempo che porto a cena Linda Bradford Raschke (se qualcuno non dovesse sapere chi sia, è pregato di stoppare la lettura del presente post è di darsi un'occhiata ai link).

Durante questi incontri, rivolgo a Linda pochissime domande sul trading, poi sto a sentire quello che dice. Quando il sogno termina, al mattino prendo appunti.

Funziona?
Beh è un metodo che tutti possono provare, è semplice e gratuito (okkio che se per sbaglio sognate Larry Williams vi tocca comunque pagare la sua parcella).

mercoledì 9 luglio 2008

Un'altra tappa nel percorso di Profste

Nella vita come nel trading, si alternano range ristretti a range di espansione: probabilmente per Profste questo è il momento di rottura del breakout e dell'inizio della ricerca di nuovi equilibri.

Quando un trend inizia chi sa dove può finire?

in bocca al lupo Profste, noi continueremo a tenerti d'occhio dal monitor !

martedì 8 luglio 2008

A lezione di trading systems

La mia prima lezione sui trading system automatici l'ho fatta con quello che considero uno dei trader più esperti oggi nel campo italiano (non faccio il suo nome semplicemente perchè non gli ho chiesto ancora il permesso).
Dopo innumerevoli "lezioni di gruppo" con vari esperti più o meno quotati del settore, mi infastidiva assistere a lezioni di trading in cui si mescolavano indiscriminatamente argomenti che non mi interessavano con soggetti che invece mi appassionavano, appunto i trading systems intraday.

Così decisi di fare un corso a pagamento one to one e di passare un intera giornata con chi mi poteva insegnare in tutta calma quello che volevo.

Il mio appuntamento era alle 09.00, e quando entrai nella sua "sala operativa", il grafico del future già ballava sui monitors.

Conoscevo allora appena Visual Trader e mi ricordo ancora la mia prima domanda che fu, "scusa ma cosa sono quelle linee verdi e rosse che si muovono nervosamente alla destra del grafico"?
Certo essendo un corso a pagamento non mi si poteva mandare a quel paese subito.

A metà mattina il sistema entrò long e fino alle 14/14.30 la lezione si sviluppò a 360° sui concetti principali del trading, sulla psicologia dei trading systems, sullo studio, sul backtesting: una delle regole principali , mi sembrava di capire era "no mente" cioè non devi pensare mentre operi, ma appunto devi solo eseguire quello che il ts ti segnala, e, cascasse il mondo, non fare altre operazioni al di fuori di quelle.

A un certo punto, verso le 14.30 il mio maestro si irrigidisce, smette di parlare: i prezzi stavano pericolosamente avvicindosi ai minimi di giornata ed al suo stop; fa qualche rapida manovra con il mouse, che io non capisco, il prezzo nel frattempo aveva superato i livelli di stop, poi, un'improvvisa strisciata bianca verso l'alto che sembrava non finire mai e che portava il sistema in gain.

A quel punto lui si rilassa, sorride e mi invita a prendere un caffè, dicendo che anche questa volta aveva avuto uno slippage positivo sul sistema.

Ci ho messo del tempo a capire cosa era successo e perchè: aveva spostato in basso lo stoploss, raddoppiando il numero di contratti, era cioè rimasto in posizione long in attesa della conferma delle notizie delle 14.30 impostando uno stop&reverse.

Allora scherzosamente gli dico che un buon formatore non dovrebbe dare questi esempi, e che, nella logica dell'insegnamento doveva sacrificarsi e rispettare i segnali del sistema: lui scoppia a ridere, mi dà una pacca sulla spalla e mi dice:" nei momenti caldi, purtoppo smetto di essere un buon formatore e ritorno ad essere un trader. Adesso vai a studiare e ci vediamo tra qualche mese".

Avevo imparato qualcosa?

1. bisogna seguire il ts o bisogna intervenire discrezionalmente?
Avevo imparato che questa è la stessa domanda che fanno i bimbi ingenuamente ai loro genitori di fronte ad una regola: bisogna rispettarla sempre? Finchè il bimbo (un trader alle prime armi lo è) fa questa domanda la risposta è si, la regola va rispettata, sempre! Solo l'esperienza ti porterà a non farti più domande del genere.

2. avevo capito cosa erano le linee verdi e rosse che si muovono nervosamente a destra del grafico

3. avevo capito che, nel trading intraday, non sei mai tu a decidere quando andare a prendere un caffè.

Ragazzi che giornata!

lunedì 7 luglio 2008

BreakOuts o falsi segnali? Ovvero squali in agguato



BreakOuts o falsi segnali?

Diamo per buona la definizione di breakouts quale "momento in cui i prezzi superano max(o min) significativi e procedono poi nella stessa direzione ".

La cause dei breakouts (di quelli veri, cioè di quelli che portano ad una continuazione del movimento nella stessa direzione) sono molto probabilmente da ricercarsi nel comportamento di operatori di time frame superiori al giorno che ritengono gli attuali massimi di mercato sottostimati (o gli attuali minimi sovrastimati).

Un breakout (vero) difficilmente è causato da day traders, i quali invece, sono come dei" pesci pilota", cioè girano attorno costantemente ai grossi operatori di time frame più lungo.
Quando i breakout (quelli veri) avvengono, i day traders più accorti (e quelli che hanno seguito le lezioni di Profste) modificano la propria impostazione operativa da modalità swing a modalità momentum/trend (continuando comunque il loro ruolo di "pesci pilota").

Tutto questo nella semplicità della teoria mi convince abbastanza.
Tuttavia nella pratica, il problema sono i falsi breakout: cioè i prezzi rompono anche violentemente massimi o minimi significativi solo temporaneamente, per poi invertire a volte anche in modo repentino.
Perchè?

E' come se, in coincidenza di aree di prezzo importanti, alcuni squali (operatori con grossi capitali) si mascherino da merluzzi (operatori timeframe superiori) per portare alcuni poveri pesci pilota (day traders più ingenui) lontano, per poi mangiarseli.
La domanda chiave per chi fa intraday è: come distinguere gli uni dagli altri?

Io mentre "faccio il bagno" mi regolo così:

1. non seguo il primo merluzzo che vedo partire: attendo quindi conferma dei volumi
2. prima di iniziare l'inseguimento, aspetto che il merluzzo abbia già fatto un pò di strada, cioè attendo un'espanzione di range
Un aumento di volumi con range ristretti, infatti, potrebbe voler dire che su quei livelli di prezzo sono presenti molti operatori da entrambi i lati del mercato:
In altri termini, i range ristretti con ampi volumi in coincidenza di aree di min/max importanti, sono un pò il mattatoio in cui gli squali travestiti da merluzzi stanno "matando" i piccoli pesci pilota.
Forse ho detto qualche stupidaggine, in ogni caso, mentre si fa il bagno, cosa costa sollevare ogni tanto la testa, lasciando da parte la maschera da sub (gli oscillatori) e scrutando semplicemente l'orizzonte?

Si può fare trading con capitali minimi?

Nelle sue centinaia di conferenze in giro per il mondo, Larry Williams sostiene spesso il concetto secondo il quale solo chi è ben capitalizzato può avere successo nel trading.

A me personalmente è venuto il dubbio che lo dica anche per selezionare la sua folta platea pagante di fans: infatti, da quanto leggo, Larry non è solo un grande trader, ma è anche un "guru".

In ogni caso, anche molte teorie di Money Manegement sostengono che gestire una strategia di trading con un solo contratto, nel lungo termine sia pura follia, in quanto il poter gestire il sizing della posizione è vitale tanto quanto avere dei validi segnali di entrata/uscita.

Beh, ragazzi, se tutto questo è vero, i sogni di centinaia di traders privati (scalpers a parte) che lavorano principalmente con piccoli capitali iniziali, sono destinati prima o poi ad infrangersi contro la realtà delle cose.

Credere o non credere a questa scomoda teoria?

Per quanto mi riguarda, anche se è dura, io ci credo: quindi mi sono organizzato in questo modo:

1. poichè come trader sono in fase formativa, faccio trading su azioni, in quanto posso gestire il sizing delle posizioni più agevolmente, cioè posso (ad esempio) entrare con 1000 pezzi e uscire con 500 sul primo target.

2. sto mettendo da parte un piccolo gruzzolo (non solo dai guadagni del trading), che tra qualche anno, quando sarò più esperto, mi servirà a fare le cose più sul serio.

3. cerco di evitare le conferenze di guru da "business class" in quanto non mi ritengo nel loro "target" di mercato; preferisco pitttosto scegliere i miei maestri tra trader (ne ho conosciuti alcuni) che abbiano non solo una passione per il guadagno (che è ovviamente lecita), ma anche per il "coaching" fine a se stesso.

-dde-

domenica 6 luglio 2008

Fiat, ovvero il mio punch-ball


Conciliare il trading intraday con un altro lavoro che con il trading non c'entra nulla, mal di testa a parte, mi ha costretto a concentrarmi su pochissimi titoli da studiare: tra questi ho scelto in particolare Fiat in quanto mi sembrava e mi sembra ancora un titolo abbastanza adatto per il tipo di trading che prediligo che è sostanzialmente basato su sistemi di Volatility Breakouts.

Testare più strategiè su pochi titoli (senza gigionare troppo con i parametri) e negli stessi archi temporali è un pò come fare esperimenti scientifici sulla stessa cavia.

Alcuni esperti sicuramente obietteranno che una strategia testata su pochi mercati potrebbe essere non affidabile e duratura: e hanno ragione, infatti io non sto cercando un strategia affidabile, ma una strategia da poter "indossare" come fosse un abito taylor-made: l'unica cosa affidabile e duratura in questa ricerca senza fine, dovrei essere io stesso.

Detto questo, è scontato che tutte le analisi, i ts, i codici di programmazione allegati nei post precedenti e/o successivi , sono soltanto "esperimenti condotti su poche cavie": vi prego di "non iniettarli" senza il preventivo consenso del medico curante.

sabato 5 luglio 2008

Il Trading System automatico come strumento formativo




In diversi libri di trading che ho letto ricorre spesso il concetto secondo il quale "nel trading bisogna riuscire a sopravvivere (in senso finanziario) il tempo necessario ad imparare".


Messo in guardia, ho cominciato quindi ad utilizzare i simulatori dei programmi di analisi tecnica (Visual Trader ed i videlive di Profste sono stati utilissimi in questo); mi sono però accorto che, così facendo, cioè limitandomi a simulare e non ad investire, sarei sopravvissuto finanziariamente ma forse non sarei sopravvissuto in senso letterale del termine, perchè i tempi di apprendimento , in particolare per chi come me ha anche un altro lavoro, erano lunghissimi.

Mi occorreva e mi occorre ancora un metodo che accorci i miei tempi di apprendimento: il mio percorso formativo è quindi approdato ai trading systems.

Costruire una strategia automatica mi costringe a scomporla in operazioni elementari (il sistema è come un bimbo a cui devi insegnare ogni volta tutto) : se devo insegnare qualcosa in modo elementare, sono costretto a rielaborare e quindi contemporanemaente insegno e imparo.

In pochi secondi ottengo i risultati della mia strategia testata su una mole di dati storici molto ampia.

Posso simulare decine di parametri diversi e verificare i risultati per ogni parametro senza dover ogni volta lanciare l'elaborazione.

D'altro canto, per quanto si possa essere bravi a programmare, un sistema non avrà mai il colpo d'occhio umano, ragion per cui rimane indispensabile l'utilizzo anche dei simulatori.

Per concludere, l'utilizzo di trading systems, associato all'utilizzo dei simulatori, associato all'apprendimento continuo da chi è più esperto di me, diminuisce in modo esponenziale il tempo necessario all'apprendimento e aumenta le mie probabilità di sopravvivenza non solo finanziaria, sui mercati.

-dde-



Sulle orme di Larry Williams












Seguendo le orme di Larry Williams (non quelle giudiziarie!!) , ecco i risultati ed il codice di programmazione EasyLanguage di una strategia di Open Volatility BreakOut sul titolo Fiat a barre orarie nel periodo luglio03-marzo07. Il sistema è ovviamente in fase embrionale.
Il capitale utilizzato è sempre 7000 euro.
Avvertenze: è solo un giocattolo che mi serve per testare le mie teorie, okkio al portafogli!!!

-dde-